null Grotta di Scerza

Grotta di Scerza - Grotte

Fonte dati: Open Data Regionale

Grotte

Contrada Scerza - 74028 Sava

In contrada Scerza, nell’agro savese, in una zona ancora oggi coperta da un boschetto di macchia mediterranea meta di cacciatori e raccoglitori di funghi, si trova una grotta ipogea. Benché questa sia ostruita da tempo e quindi inaccessibile, tutta l’area del sito evidenzia diversi elementi di interesse storico (elementi insediativi e residui di cocciame risalenti probabilmente al basso Medio Evo, residui di costruzioni più recenti, imponenti muraglie in pietra al secco non ancora datate). Tali testimonianze indicano come il sito di Scerza e la sua grotta abbiano visto nei secoli l’avvicendarsi attraverso le epoche di diverse civiltà e culti, il che ha generato un’imponente mole di suggestive leggende che riguardano il sito e le zone circostanti. Tra queste, ad esempio, la leggenda della “Campana d’Oro” che – secondo la narrazione – il diavolo custodiva nella grotta. Una delle versioni della storia, infatti, racconta che, un giorno, un pastore sentì il tintinnio della campana provenire da questa. Il pastore dunque si addentrò alla ricerca dell’oggetto e quando lo trovò e realizzò che era d’oro, fece per prenderlo. Ma in quel momento, udì una voce provenire da fuori la grotta, che gridava “Lu lupu alli pecori, lu lupu alli pecori” (al lupo!). Pensando dunque che qualcuno lo stesse avvertendo dell’imminente pericolo per il suo gregge, corse fuori dalla grotta, dove però scoprì che non c’era nessun lupo e che le sue pecore pascolavano tranquille. Era stato il diavolo, custode della campana, a lanciare il falso allarme per evitare che il pastore gliela portasse via. Quando questi, accertatosi dell’assenza di pericolo, si voltò per tornare nella grotta, questa si era chiusa.

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