null Itinerario 1 - Poggiardo

Da Otranto a Maglie tra menhir, atmosfere greco-bizantine e panorami della costa più a oriente d’Italia

Cicloturismo

Il percorso comincia dalla strada comunale Idro, adiacente al grande parcheggio all’ingresso della città storica e che risale l’omonima valle. Un breve tratto leggermente in salita ci consente di svoltare a destra sulla strada “Papi” e immetterci così direttamente sulla rotatoria che porta sulla provinciale per Giurdignano. Dopo qualche centinaio di metri si prosegue sulla destra su una strada a basso traffico che è anche il punto di partenza del cosiddetto “percorso di fruizione lenta Maglie – Otranto” realizzato in occasione dell’ampliamento della strada statale 16. La colorazione rossa dell’asfalto e la presenza di aree di sosta rendono la pedalata o il cammino molto piacevoli e tranquille. L’impressione è quella di trovarsi su una pista ciclabile anche se non ci sono restrizioni all’accesso delle auto (i cui passaggi, tuttavia, sono molto rari e limitati ai proprietari dei fondi).

Dopo aver percorso quasi 3 km dal punto di partenza a Otranto si abbandona la vista della imponente strada a quattro corsie su cui sfilano le auto a gran velocità e ci si immette, finalmente, nella placida campagna salentina. Qui è il colore della terra rossa e l’armonia dei muretti a secco ad accompagnarci anche se non si può fare a meno di percepire un senso di perdita e quasi smarrimento per quella che fino a qualche anno fa era una vegetazione rigogliosa verde-argento di ulivi dalle forme più diverse e dalle dimensioni imponenti. Il flagello della Xylella (un batterio che ha colpito il Salento e che provoca il rapido disseccamento delle piante) ha mutato profondamente il paesaggio che adesso tenta di rigenerarsi attraverso nuovi reimpianti. Ed in effetti la campagna è vissuta, viva nonostante tutto.

Raggiunto l’incrocio con la strada provinciale, si può scegliere se proseguire dritti lungo il percorso ciclabile o scavalcare subito la SS16 seguendo la traccia, percorrendo così sul lato nord la pista ciclabile che porta a Palmariggi (km 10). Una breve sosta nella piazza centrale, in vista delle due torri circolari che un tempo formavano il più ampio Castello Aragonese e della chiesa della Madonna della Palma, per poi proseguire su via Risorgimento e via Antico Cammino e giungere così al Santuario di Montevergine, edificato nel 1707 sopra una chiesa rupestre che custodisce ancora una preziosa icona bizantina. Meta di pellegrinaggi, la collinetta che ospita il Santuario è una ampia pineta con aree attrezzate per il picnic, utile nei mesi estivi per rigenerarsi un po’, soprattutto se si viaggia con bambini, e da cui ci si potrebbe immettere sul sentiero che porta più a nord a Masseria Torcito, fuori però dal nostro itinerario.

Percorrendo la piacevole strada di Masseria Gianicola si giunge a Bagnolo del Salento (km 15). Nella grande piazza centrale in cui svetta la Chiesa di San Giorgio e l’imponente Palazzo Papaleo, c’è una piccola fontana dell’Acquedotto Pugliese, preziosa per fare rifornimento di acqua e proseguire il viaggio. Lungo via Materdomini, in corrispondenza del cimitero, sono i 4 metri di altezza del menhir Croce di Bagnolo a segnare il bivio che ci consente, proseguendo sulla destra, di evitare la provinciale godendo della pacatezza del paesaggio salentino. I menhir, sparsi in tutto il territorio salentino ma soprattutto in questa zona, sono riconducibili all’età altomedievale e venivano utilizzati come luoghi sacri dalla popolazione rurale.

A poco meno di 1 km occorre svoltare a sinistra per dirigersi verso Cursi (km 19), capitale della pietra leccese per il gran numero di cave da cui viene estratta la materia prima che rende splendenti le facciate dei palazzi e delle chiese del Salento e che grazie alla sua malleabilità ha reso famoso il barocco leccese. L’ecomuseo in Piazza Pio XII, all’interno del Frantoio Ipogeo di Palazzo De Donno, ospita spesso istallazioni artistiche, eventi culturali e mostre legate alla pietra locale e alle pietre di Puglia oltre che essere anche un infopoint turistico. Appena fuori Cursi, una piccola deviazione consente di esplorare la piccola frazione di Morigino con la cinquecentesca chiesa di San Giovanni Battista, imponente sia nelle proporzioni della facciata che nel colonnato interno, adornato di altari affrescati. La deviazione dura poco e bisogna purtroppo ritornare sulla provinciale per affrontare con attenzione il tratto che scavalca la statale e che per fortuna dura solo 1 km.

Siamo giunti a Maglie (km 23), il centro più popoloso dell’area idruntina che offre più di qualche occasione di svago nel suo centro storico ricco di monumenti, negozi e caffè e che ha il suo fulcro in piazza Aldo Moro, dal nome dello statista ed ex Presidente del Consiglio italiano che qui ebbe i suoi natali. Potrebbe valer la pena visitare l’Alca, il complesso culturale di inizio Novecento che ospita, in via Vittorio Emanuele 117, la biblioteca comunale e il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia Decio de Lorentiis (http://www.alcamaglie.it). Un tuffo nella preistoria del Salento.

Maglie è sempre stata una città operosa e molte sono le testimonianze di archeologia industriale che lo dimostrano. L'ex fabbrica “Fratelli Piccinno”, un antico laboratorio di ebanisteria che produceva mobili e arti decorative, inconfondibile nella sua architettura liberty proprio lungo la traccia del percorso sempre in via Vittorio Emanuele, di fronte all’austero hotel Rodia. Dovrebbe diventare un museo dedicato al patrimonio e al glorioso passato degli opifici e delle specialità magliesi. Non mancate una visita al pastificio Benedetto Cavalieri, fondato nel 1872 (si trova in via Garibaldi, 64) ed anche all’ex conceria Lamarque, oggi dimora storica chiamata “Corte dei Francesi”. Villa Tamborino è un elegante giardino storico, oggi parco pubblico, del quale è possibile ammirare, oltre ai variegati elementi vegetali, alcuni ponti ed un belvedere ottagonale di gusto orientaleggiante.

La traccia prosegue verso Scorrano (km 27) e vi porterà dritti nel suo cuore antico, che si presenta come una sorta di medina dalle vie strette e tortuose, con palazzi e case oggi in pieno restauro. Se c’è un periodo nel quale vale la pena trovarsi in questo piccolo paese salentino è dal 5 al 9 luglio, per la festa di Santa Domenica nella quale restare letteralmente di stucco di fronte alla magia e alle forme delle Luminarie. La tradizione degli addobbi con le luminarie proviene direttamente dall’epoca barocca, che a Scorrano è documentata almeno dal 1549 e da allora non si è mai interrotta. Le ditte De Cagna e Mariano portano ormai l’arte e la magnificenza delle luminarie salentine in tutto il mondo e difficilmente riuscirete a dimenticarvi di una festa come quella di Santa Domenica nella vostra vita.

Ma riprendiamo il viaggio, ancora una volta facendo attenzione alle auto sulla provinciale che scavalca la SS275. Attenzione perché subito dopo il ponte si gira a destra, riguadagnando una placida strada rurale che quasi ci riporta indietro nel tempo, al medioevo. Sulla destra, tra alcuni pini, si nota un luogo riportato all’antico splendore da un restauro meticoloso che ha interrotto un oblio durato secoli: è la chiesa di Santa Maria di Misciano, dal nome dell’omonimo villaggio medievale oggi nel territorio di Muro Leccese (km 31). Uno scrigno di affreschi che meriterebbe una visita. Per fortuna, come spesso accade nel Salento, sono i cittadini e i volontari a prendersi cura di questi luoghi e il suggerimento è quello chiedere informazioni alle associazioni “Muro Leccese Città d’Arte” e “Custodi” (cercatele pure su Facebook) che vi sapranno guidare anche nel Museo cittadino, ospitato nelle sale del Palazzo del Principe, nel Frantoio dei Protonobilissimo e nel Parco Archeologico oltre che nel Convento di San Domenico. Non a caso si parla di museo diffuso.

A questo punto dell’itinerario, se avete scaricato la traccia più breve ma anche se il tempo delle visite e della contemplazione ha fatto scorrere troppo velocemente le lancette dell’orologio, si rientra verso Otranto. Usciti da Muro, un sottopasso con una pista ciclabile consente di superare in tranquillità un’altra pericolosa arteria stradale. Troverete le indicazioni per un altro luogo imperdibile: il giardino botanico La Cutura (https://www.lacutura.it/). Si tratta di una tenuta di circa 50 ettari che ha anche un caffè e ristorante ed è uno degli esperimenti meglio riusciti di moderno collezionismo botanico in Italia.

Superata la Cutura si svolta a sinistra su una provinciale e dopo poco meno di 800 metri si prosegue sulla destra: la strada ciclabile rossa del percorso di fruizione lenta ci riporta fino ad Otranto pedalando in tranquillità e sicurezza per circa 10 km.

practicability

In bici

Praticabilità

length

49,6 km

Lunghezza del percorso

Galleria

  • Presenza mancorrenti: No
  • Presenza aree di sosta: Si
  • Frequenza aree di sosta: Un'area ogni 5 km
  • Pendenza longitudinale e trasversale: Massimo 5,2% e minimo 5,1%
  • Natura della pavimentazione del percorso: Asfalto

File gpx

Otranto_-_Maglie_e_ritorno.gpx

File kml

Otranto_-_Maglie_e_ritorno.kml