null Itinerario 3 - Poggiardo

Da Poggiardo alla costa sud tra guerrieri messapi, approdi e grotte carsiche

Per completare l’esplorazione dell’area a sud di Otranto si può sfruttare il treno per raggiungere la stazione FSE di Poggiardo. La ferrovia segna il confine tra città e campagna e fa anche da limite occidentale a questo itinerario che guarda invece ancora una volta verso est. La spoglia area del piazzale dedicato a Giovanni Falcone è collegata al centro attraverso il rettilineo di viale della Repubblica. La traccia devia però verso la parallela interna, più tranquilla e di fatto una sorta di pista ciclabile naturale verso il centro storico. Su piazza Regina Margherita cominciano ad affacciarsi alcuni palazzotti decorati ed è facile giungere in pieno centro, in vista del municipio e dell’edificio dei primi del Novecento dell’Istituto Statale d’Arte. Conviene rimandare una visita più rilassata al rientro e tirare dritto senza indugi verso il Parco dei Guerrieri di Vaste (1,8 km). La nostra traccia passa proprio attraverso l’area archeologica di circa 20 ettari e il parco è segnalato da un maestoso portale. Gli scavi hanno riportato alla luce i resti di uno dei più importanti centri della Messapia, quello di Bastae, e grazie ad alcune ricostruzioni ed ai vari pannelli esplicativi è possibile approfondire usi e costruzioni dell’antico popolo del Salento. Se volete continuarne la scoperta ed ammirare le famose “trozzelle” messapiche, ricordatevi di visitare il Museo Sigismondo Castromediano di Lecce. Per una lettura interessante suggeriamo invece la pagina dedicata del portale web Salogenis (http://www.salogentis.it/2011/01/02/il-parco-dei-guerrieri-di-vaste-poggiardo/) curata dall’Associazione Arches. Il Parco potrebbe non essere aperto e fruibile e quindi provate ad aggirare l’area per proseguire verso la piccola piazza di Vaste e la provinciale che porta a Ortelle (km 4). Prima di passare dal centro e ammirare la chiesa Madre di San Giorgio, fate pure una piccola deviazione sulla destra per un passaggio veloce dall’area della chiesa di San Vito e Santa Maria. Qui a fine ottobre si svolge una importante fiera e sempre in questa zona si trova la cripta della Madonna della Grotta, risalente al XIII secolo.

Uscendo da Ortelle si percorre una strada a basso traffico, via Petracca, che ad un certo punto attraversa la SP81. Si prosegue in assoluta tranquillità tra ulivi e muretti a secco fino ad un bivio che ci immette sulla “via vecchia” per Castro che però ci conduce verso l’interno per arrivare a Spongano (km 8). La traccia entra ed esce dal paese, salutati dal menhir Osanna, ma conviene fare un giretto tra le stradine del centro. L’antico castello poi trasformato in palazzo dai baroni Bacile di Castiglione è oggi una dimora storica presso la quale è anche possibile soggiornare.

L’itinerario prosegue toccando in successione Diso (km 11,5) e Vignacastrisi (km 13), frazione di Ortelle, per poi giungere a Marittima (km 15), frazione di Diso, attraverso un pezzo dell’itinerario della via Francigena del Sud. Il centro di Marittima è stato di recente riqualificato con nuovi basoli e le strade sono più ampie di quelle dei piccoli centri attraversati in precedenza. Ciò, tuttavia, le rende aggredibili dalle auto in sosta e dipenderà molto dalle vostre sensazioni e dalla situazione che troverete decidere se fermarsi o meno, magari per una breve pausa, al cospetto della Torre di Alfonso (dal nome del proprietario) in via Cellini, proprio accanto all’elegante palazzo baronale Maglietta del quale potrete leggerne la storia attraverso un’epigrafe in marmo. Anche qui è possibile fare una piccola deviazione per dirigersi verso il cimitero, sulla strada per Castro, per scoprire la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.

Altra via vecchia ed eccoci ad Andrano (km 18). Tutta l’area del castello, fortezza salentina del XIII secolo poi trasformato in palazzo, merita una vista approfondita. Oggi sede della Pro Loco e del consorzio che gestisce il Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, il castello di Andrano viene anche utilizzato come sede di mostre, convegni e iniziative comunali di vario genere. Potrebbe valer la pena allungare il percorso per visitare la frazione di Castiglione d’Otranto. Qui si svolge da diversi anni, ogni 31 agosto, la Notte Verde, un evento sulle pratiche di agricoltura sostenibile, economia solidale e sviluppo armonico del territorio organizzata dalla Casa delle AgriCulture Tullia e Gino (https://www.casadelleagriculturetulliaegino.com). Comprate del buon pane caldo prodotto nel primo mulino di comunità del Salento.

Ma da Andrano la nostra traccia guadagna velocemente la vista spettacolare dell’Adriatico passando da alcuni tratturi e carraie per poi scivolare velocemente nella marina comunale. Dal parcheggio antistante la torre costiera si dipanano diversi sentieri, il più famoso dei quali è quello che porta verso sud alla Serra del Mito, da fare esclusivamente a piedi.

In bici invece si può godere da vicino della vista della costa lungo il nuovo lungomare pedonalizzato “delle agavi”, che prosegue poi su viale Europa. Giunti sulla strada litoranea si pedala senza fatica più o meno in piano per circa 5 km prima di arrivare a Castro (km 28). Tra le poche cittadine salentine a non essere solo località di seconde case ma abitata tutto l’anno, prende il nome dall’antica Castrum Minervae per la presenza di un tempio consacrato a Minerva o Atena secondo la mitologia greca. Ne si è certi solo da pochissimo tempo grazie alle campagne di scavo condotte dall’Università del Salento coordinate dall’archeologo salentino Francesco D’Andria. Pensate che dopo un primo ritrovamento di una parte del busto della statua dedicata alla dea nel 2015, altre parti sono state rinvenute negli anni successivi. È dunque certo sia questo il luogo in cui secondo la leggenda approdò Enea nel suo viaggio nel Mediterraneo. Castro è dunque una tappa importante dell’itinerario culturale europeo dedicato al mito dell’Eneide (https://www.aeneasroute.org/) e non dovreste mancare una vista al museo cittadino che disvelerà altri particolari di questa storia millenaria (https://www.museoarcheologicocastro.it).

Appena fuori dal centro abitato, risalendo la litoranea, si trova la grotta Zinzulusa, unico sito carsico italiano tra i dieci mondiali segnalati dal Karst Waters Institute (KWI) come meritevole di tutela. Grotta Zinzulusa, rappresenta una delle più interessanti manifestazioni del fenomeno carsico nel territorio salentino ed è una delle mete più famose del Salento. Qui potrete non solo visitare la grotta Romanelli da terra o dal mare, ma concedervi anche un tuffo nelle acque cristalline del mare.

Si pedala estasiati dai panorami e dalla bellezza della costa fino a Porto Miggiano e Santa Cesarea Terme (km 34). Non mancate di ammirare le ville eclettiche Raffaella e Sticchi, quest’ultima pregevolmente intarsiata di motivi arabeschi e dall’inconfondibile cupola color ocra che contrasta con alcune fasce indaco e regala lo sfondo giusto per una foto iconica di questo percorso. Le Terme purtroppo sono ancora chiuse e in via di rilancio, in compenso però alcune strade e piazze si rifanno il look ed è piacevole attraversare via Roma e la zona degli alberghi.

Ora però si ritorna verso l’interno e servono almeno 2 km di tornanti per poi trovarsi al punto in cui da questa via panoramica si gira a destra su via Madonna dell’Idri. Muretti a secco, ulivi e campi coltivati ci portano ad incrociare proprio la cappella, in realtà una piccola chiesetta, dedicata alla Vergine e recentemente restaurata. Si trova a metà strada tra la costa e la frazione di Cerfignano (km 40), un altro centro dalle strade minuscole a misura d’uomo e di bicicletta, seguito a poca distanza da Cocumola (km 41,5), altra frazione questa volta di Minervino di Lecce. Queste località, come altre della zona, sono famose per le Tavole di San Giuseppe, l’evento della tradizione popolare che ogni 19 marzo rinnova i banchetti agghindati in casa delle famiglie del luogo, aperte ai visitatori. Un segno di quanto gli abitanti siano inclini all’ospitalità e alla devozione.

Ancora pochi chilometri per fare ritorno a Poggiardo, seguendo come sempre una strada a basso traffico. Alla fine, i km totali saranno certamente più dei 47 previsti dalla traccia, soprattutto se avete seguito tutte le deviazioni e le occasioni di esplorazione locale suggerite. Ma Poggiardo è anche il luogo ideale per concludere questo viaggio concedendosi una visita al locale museo degli affreschi bizantini e un momento di relax nel sontuoso giardino di Villa Episcopo. Il tuto con un occhio al prossimo treno delle Sud Est che vi riporterà verso Otranto, a meno che non decidiate di passare qui la notte soggiornando in un b&b o in una delle tante masserie della zona, concedendovi magari una cena fuori al suono dei grilli, ripercorrendo con la mente tutti i luoghi attraversati.

practicability

In bici

Praticabilità

length

47,4 km

Lunghezza del percorso

Galleria

  • Presenza mancorrenti: No
  • Presenza aree di sosta: Si
  • Frequenza aree di sosta: Un'area ogni 5 km
  • Pendenza longitudinale e trasversale: Massimo 9,2% e minimo -9,8%
  • Natura della pavimentazione del percorso: Asfalto

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File kml

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